Il presente articolo è stato elaborato da AIRI (Associazione Italiana per la Ricerca Industriale) nell’ambito della collaborazione alla realizzazione dell’edizione 2023 del Libro Bianco dell’Innovation Management.
Il concetto di innovazione è legato alla creazione/realizzazione di valore sia finanziario che non finanziario, assimilato a benefici tangibili e intangibili. Il valore di una innovazione può quindi essere percepito in modo diverso (positivamente o negativamente) da diverse categorie di utenti o da diversi attori (produttori, distributori, consumatori) della stessa catena del valore. Di questo il sistema di gestione dell’innovazione deve tener conto secondo la normazione su esposta.
Principi di gestione dell’innovazione rilevanti indicati dalle norme sono la necessità di una direzione strategica da dare all’attività con strategie di innovazione condivise ed allineate agli obiettivi generali operativi; una cultura organizzativa che favorisca lo sviluppo di valori quali l’apertura al cambiamento, l’abilità di uscire dalla ‘comfort zone’, bilanciando lo sfruttamento delle nuove opportunità con la corretta assunzione del rischio; la capacità di rispondere tempestivamente ed adeguatamente ai cambiamenti; una gestione dell’ innovazione con un approccio sistemico, che consideri tutti gli elementi interconnessi ed interagenti con una verifica continua dei risultati al fine di consentire un miglioramento continuo del sistema stesso.
Nella ISO 56002, infine, è particolarmente chiara l’evoluzione del ruolo della leadership nella nuova generazione di norme di sistemi di gestione, dal momento che l’alta direzione è chiamata a definire, prima di tutto, la vision per l’innovazione che guiderà poi la definizione delle politiche, degli obiettivi e delle strategie.
In questo contesto, la figura dell’Innovation Manager sta assumendo sempre più rilievo nell’ ecosistema della ricerca e dell’ innovazione e, di conseguenza, crescono le competenze ed abilità richieste ai professionisti del settore.
Tra queste, risultano particolarmente importanti le competenze gestionali di sistemi sempre più complessi e interconnessi, la capacità di progettare e lavorare con altre figure manageriali, seguendo standard e specifiche tecniche.
Tra le competenze dell’Innovation Manager figurano la conoscenza delle tecnologie abilitanti, cioè le nuove tecnologie pervasive e sistemiche che cambiano i modelli di business e produzione, i mercati, il lavoro, la vita delle persone, la salute ed il benessere pubblici e la relativa gestione. Una corretta gestione di tali tecnologie consente una altrettanto corretta raccolta e strutturazione di dati e informazioni sul loro utilizzo, che permette al manager di promuovere anche la consapevolezza rispetto alle tecnologie abilitanti all'interno dell’organizzazione e della rete di stakeholder, favorendo la creazione di modelli di collaborazione innovativa.
Sulle tecnologie abilitanti e la loro applicazione, dunque, avviene una delle più importanti convergenze tra gestione della Ricerca e Sviluppo (R&S) e della Innovazione. Il Direttore Ricerca deve trovare e sviluppare tecnologie ed il manager dell’innovazione deve trovare il match con opportunità, ideare e validare un concept adeguato di sviluppo, identificare soluzioni tenendo conto del/i mercato/i, dei rischi, degli impatti, comunicare e disseminare al riguardo.
Direttori della Ricerca e Innovazione possono dunque, lavorando in sinergia, già nella fase della progettazione ottenere un beneficio, gestendo al meglio le attività e i budget della propria direzione, coinvolgendo nello sviluppo delle attività l’intera organizzazione e tutti i suoi stakeholder.
Poiché le tecnologie abilitanti richiedono un’elevata intensità di conoscenza e si associano ad elevata intensità di ricerca e sviluppo, a cicli d'innovazione rapidi, a consistenti spese di capitale e a personale altamente qualificato, ne discende che il Manager dell’innovazione dovrà lavorare anche a stretto contatto con altre funzioni del sistema in cui opera come le unità di Business Development, di Finanza agevolata e, ovviamente, con le funzioni Human Resources.
La gestione dell'innovazione si inquadra infatti in un contesto di riferimento che richiede valutazioni di impatto integrate su modelli di sviluppo, prodotti e processi, mercati, catene del valore, diritti, e la capacità di adottare ed implementare metodi di diffusione della conoscenza e trasferimento tra le imprese e la ricerca pubblica, basati sui criteri di open science & innovation.
In un sistema così complesso, da un lato la normazione facilita l’accesso ai mercati di prodotti e tecnologie e, dall’altro, favorisce il collegamento tra ricerca e innovazione nelle sue figure apicali. La Direzione Innovazione il cui obiettivo, differentemente dalla Ricerca, è la creazione di nuovo valore, utilizza gli output della Direzione Ricerca quali ritrovati della ricerca, trend tecnologici e sociali, nuovi modelli di business abilitati dalle evoluzioni tecnologiche lungo un processo di sviluppo dei progetti di innovazione e nel far ciò utilizza di continuo standard, certificazioni, assesment.
In particolare, nella pur necessaria suddivisione dei task, il Direttore Innovazione ricopre un ruolo di leadership ai fini dell’adozione, progettazione e attuazione di un sistema di gestione dell’innovazione ed, insieme e con il supporto del Direttore della Ricerca, monitora i trend e gli scenari di sviluppo delle nuove tecnologie e allinea su questi item i tecnici e gli specialisti del team.
Al Direttore Innovazione e al Manager della R&S vengono richieste competenze in numerosi ambiti, qui riassunti per macro-temi:
Queste competenze caratterizzano una figura manageriale a tutto tondo e sono richieste sia al Manager dell’Innovazione sia al Manager della R&S.
I punti seguenti invece delineano prettamente la figura del Direttore dell’Innovazione e lo distinguono, in alcuni elementi chiave, dal Direttore Ricerca e Sviluppo:
Sicuramente, la figura del Direttore Innovazione guida il percorso end to end dall’identificazione di opportunità di innovazione fino alla immissione in produzione (i.e.: mercato, processi interni) di soluzioni. Quando infatti la figura di Direttore Innovazione e Direttore Ricerca e Sviluppo coincidono, a quest’ultimo viene richiesto di estendere il proprio raggio di azione il più possibile a ridosso del mercato.
Mentre infatti la direzione R&S ha come obiettivo il miglioramento del prodotto o processo anche da un punto di vista di migliore performance tecnologica, la direzione Innovazione deve occuparsi della gestione dell’output, delle sue applicazioni e realizzare ricerche più a valle sugli stakeholder che utilizzeranno tali risultati. Molte innovazioni e relativi output sono user-driven innovation (e.g.: dispositivi medici per specifiche malattie) oppure market-driven innovation (e.g.: smartphone). Il Manager dell’innovazione è colui che deve capire al meglio il grado di maturità delle tecnologie lungo la catena del valore, il relativo grado di incertezza, le possibili evoluzioni e saper fare un assesment complessivo degli impatti sociali, economici, ambientali, etici e legali.