L’innovazione di prodotto, in ambito industriale, segue tipicamente un processo a stage & gate che parte dalla definizione dei market requirement e passa per una serie sviluppi progettuali inframmezzati da gate di valutazione da parte di un comitato di direzione aziendale.
Questo processo, che si ritrova nella gran parte di aziende managerializzate, è figlio di un approccio all’innovazione di prodotto che oggi necessita di evolversi secondo i più recenti Standard internazionali ISO 56000.
Le linee guida internazionali di gestione dell’innovazione applicati all’innovazione di prodotto suggeriscono di articolare il processo aziendale di innovazione in una serie di passaggi volti ad anticipare il rischio di fallimento del nuovo prodotto.
Si parla infatti di un processo di innovazione su cinque passaggi chiave:
I cinque passaggi concettuali trovano, da azienda ad azienda, una propria caratterizzazione e propri strumenti operativi, ma è comunque qui evidente come questi cinque passaggi logici permettano di avviarsi alle fasi di sviluppo della soluzione solo dopo una precedente attività di validazione dell’idea e della soluzione.
Questa attività è fondamentale per anticipare il rischio di fallimento del prodotto, ma nonostante ciò spesso manca nei processi tradizionali di sviluppo prodotto, dove si passa dai market requirement allo sviluppo prototipale dando per scontati l’esigenza di mercato intercettata e senza validare il solution-market fit.
Il processo di innovazione sviluppato sui cinque passaggi logici sopra è l’elemento fondante la gestione dell’innovazione secondo gli Standard ISO 56000, che definiscono, a livello internazionale, le linee guida manageriali per la gestione dell’innovazione.
Linee guida manageriali che prevedono, oltre alla definizione di un processo di innovazione secondo i cinque passaggi logici sopra, la presenza di una serie di elementi che permettono al processo di funzionare al meglio.
Tra questi elementi troviamo, a titolo di esempio, la definizione di chiari obiettivi di innovazione, la costruzione di un ecosistema di innovazione esterno all’azienda e la comunicazione dell’innovazione internamente ed esternamente all’azienda.
Gli Standard ISO 56000 trovano applicazione in organizzazioni di ogni settore e dimensione, quindi anche in aziende industriali in cui l’innovazione di prodotto è la modalità con cui l’azienda sviluppa la propria presenza sul mercato.
In queste aziende con forte spinta sull’innovazione di prodotto, il Product Director è la figura in azienda che guida l’innovazione.
E, se fino ad ora il Product Director ha applicato al proprio lavoro paradigmi e strumenti del Product Management, è giunto ora il momento che il Product Director applichi anche paradigmi e strumenti di Innovation Management.
Questa considerazione è anche sostenuta da Alessandro Bellati, Product Innovation Director di Safilo, nostro alumnus del Master Executive in Innovation Management.
Nella sua intervista, Alessandro riconosce come la figura dell’Innovation Manager si stia affrancando in azienda rispetto ad altre figure di manager più tradizionali, spinto anche dagli Standard internazionali e dalla certificazione UNI 11814.
In aziende fortemente orientate al prodotto, la figura dell’Innovation Manager e la figura del Product Manager possono però coesistere in una unica persona, se il responsabile di prodotto lo vorrà.
A quest’ultimo spetta il compito di evolvere il proprio profilo di competenze ed estendere il proprio raggio di azione, sia all’interno sia all’esterno dell’organizzazione.
Gli Standard internazionali faranno la loro parte nel percorso, conferendo sia credibilità alle iniziative che verranno attuate dal Product Director sia riconoscibilità all’azienda, se vorrà certificare l’acquisita capacità di gestione dell’innovazione.
La certificazione ISO 56001 dice difatti al mercato proprio questo: l’azienda ha sviluppato le competenze organizzative per fare innovazione in modo strutturato.
Le competenze organizzative in management dell’innovazione sono inoltre particolarmente utili per cogliere trend emergenti di innovazione di prodotto, legati alla product servitization e alla sostenibilità di prodotto.
Questi due trend non sono più ignorabili e, tutte le aziende, ciascuna a proprio modo, li stanno affrontando e stanno lavorando alla costruzione di una dimensione digitale dei proprio prodotti così come a cicli di vita del prodotto maggiormente sostenibili.
Affrontarli in modo strutturato con gli Standard ISO 56000 permette di mantenere costantemente alimentato un bacino di opportunità di innovazione di prodotto in questi due ambiti, assicurandosi che queste opportunità vengano analizzate e valutate, oltre a permettere all’azienda di costruire un ecosistema di imprese innovative che supportano e suggeriscono i nuovi sviluppi con competenze e risorse diversamente non accessibili con il tempismo necessario.
Infine, l’approccio olistico alla gestione dell’innovazione guida l’azienda verso la diffusione di cultura e competenze interne sui due trend su cui l’azienda sta innovando, elemento fondamentale affinché tutta l’organizzazione si muova versa una direzione comune, indipendente dall’apporto individuale allo sviluppo di prodotto.
Nella piccola e medio-piccola impresa, dove spesso non sono presenti capacità interne di ricerca e sviluppo, sia in termini di competenze sia in termini di economici, l’innovazione di prodotto passa invece tipicamente per linee esterne.
Saper costruire un ecosistema di innovazione, fare scouting di innovazioni al di fuori della propria organizzazione e comprendere come applicarle al proprio portafoglio di offerta, così come attivare relazione con operatori di trasferimento tecnologico sono dunque gli elementi chiave dell’innovazione aziendale.
Il paradigma di open innovation, ormai necessario per tutte le organizzazioni, è dunque imprescindibile per l’innovazione di prodotto di questo segmento di imprese.