L’Innovation Manager ha ora, finalmente, requisiti e caratteristiche professionali ben definite.
In virtù della legge 4/2013 e della norma UNI 11814:2021, l’Innovation manager viene difatti riconosciuto come professionalità e ne vengono delineati con perizia i requisiti di conoscenza e abilità per poter svolgere la professione.
Questo passo rappresenta un importante traguardo per i professionisti della gestione dell’innovazione, così come per l’intero sistema-Paese, in quanto viene messo ordine sulla professione dopo la grande confusione creata dal Voucher Innovation Manager proposto dal Ministero dello Sviluppo Economico e dal relativo albo degli Innovation Manager, quest’ultimo ora non più pubblicamente disponibile.
I requisiti richiesti all’Innovation Manager per potersi dichiarare tale sono, come anticipato, definiti dalla norma “UNI 11814:2021 Attività professionali non regolamentate - Figure professionali operanti nell'ambito della gestione dell'innovazione - Requisiti di conoscenza, abilità, autonomia e responsabilità”.
I requisiti di suddividono in requisiti di conoscenza e di abilità, ed emergono dai compiti che vengono svolti dalla figura professionale e dal grado di piena autonomia con cui ci si aspetta che l’Innovation Manager operi.
Quest’ultimo opera infatti nell'ambito della gestione dell'innovazione ad un livello politico-strategico, assumendo un ruolo di leadership ai fini dell'adozione, progettazione e attuazione del sistema di gestione dell'innovazione aziendale, interfacciandosi prevalentemente con l'alta direzione e con la supply chain esterna dell'organizzazione. Dimensione professionale che viene pienamente ritrovata nel nostro Master Executive in Innovation Management.
La norma di riferimento dettaglia con estrema perizia i requisiti dell’Innovation Manager. Qui, riportiamo una sintesi delle ambiti in cui vengono richieste competenze al manager dell’innovazione.
Inoltre, non esplicitamente richiesta ma auspicata è la conoscenza delle principali tecnologie abilitanti l’innovazione: biotecnologie industriali, nanotecnologie, materiali avanzati, micro/nano elettronica e fotonica, sistemi di produzione avanzati e robot collaborativi, intelligenza artificiale, cyber security, cloud computing, blockchain, Big Data Analytics, Simulation and Digital Twin, Edge Computing, manifattura additiva, internet delle cose, realtà aumentata, biomimesi, integrazione sistemica verticale e orizzontale.
Per diventare Innovation Manager è necessario sottoporsi ad un esame di certificazione presso un Ente di Certificazione accreditato, un processo dunque molto diverso da quello previsto per l’iscrizione al precedente albo degli Innovation Manager.
Lapetre svolge attività di certificazione degli Innovation Manager UNI 11814 in qualità di Organismo di Valutazione accreditato da CEPAS.
L’esame si compone di una prova scritta, una prova pratica e una prova orale.
La prova scritta consiste in 40 domande, di cui è necessario individuare l’unica risposta corretta tra le risposte presentate in un tempo massimo di 80 minuti.
La prova pratica consiste nella simulazione di una situazione reale, della durata massima di 40 minuti.
La prova orale, infine, consiste in un colloquio, della durata di 25-40 minuti, finalizzato a verificare i requisiti di conoscenza e abilità previsti dal ruolo, in particolare rispetto alle incertezze emerse dalla prova scritta.
Per poter sostenere l’esame è però necessario possedere alcuni pre-requisiti. In particolare, l’Innovation Manager deve:
Il possesso dei pre-requisiti e il superamento dell’esame di certificazione consentono dunque di diventare Innovation Manager certificati.
La certificazione ottenuta ha però valenza di tre anni, al termine dei quali è necessario procedere al rinnovo. E, per poter rinnovare la propria certificazione, è necessario superare un apposito esame orale della durata massima di un’ora.
Rinnovo a cui si arriva tramite tappe annuali di mantenimento della certificazione.
Ogni anno, dunque, l’Innovation Manager certificato, per poter mantenere il proprio status, deve dimostrare:
Il proprio Ente certificatore, verificata l’assenza di reclami effettivi o l’adeguata gestione degli stessi, conferma il mantenimento della certificazione in quanto i requisiti di Innovation Manager sono soddisfatti.
Come accennato in apertura, per essere Innovation Manager i requisiti sono dunque oggi più stringenti rispetto a quelli previsti dal precedente albo del MISE.
Per maggiori dettagli sul nostro iter di certificativa è possibile consultare la pagina di certificazione degli Innovation Manager UNI 11814.
I professionisti che ambiscono a certificarsi devono soddisfare i requisiti richiesti dalla norma di riferimento. Non sono tenuti, dunque, a partecipare a percorsi di formazione specialistica propedeutica alla certificazione.
Un professionista che ritiene dunque di avere tutti i requisiti necessari ai fini della certificazione da Innovation Manager, può avanzare domanda di certificazione all’ente certificatore prescelto.
Ciò detto, per chi lo volesse, è possibile prendere parte a percorsi di formazione che aiutano a sistematizzare le proprie conoscenze al fine di affrontare l’esame di certificazione con maggiore serenità.
Di tutti i percorsi di formazione che si professano conformi alla norma UNI 11814, è però bene discernere tra i percorsi che utilizzano il riferimento normativo a soli fini di comunicazione e quelli che, invece, sono effettivamente strutturati seguendo le indicazioni della norma.
Per distinguere gli uni dagli altri può essere in prima battuta sufficiente verificare che il percorso formativo copra tutti i temi menzionati qui sopra. Quelli menzionati rappresentano schematicamente i requisiti di conoscenza richiesti all’Innovation Manager. Pertanto, un percorso formativo preparatorio alla certificazione deve contemplarli.
Il Master Executive in Innovation Management, ad esempio, è pensato propri per questo scopo.